I dati teorici riproposti oggi da Fabrizio Bianchi del CNR sono vecchi e sono già stati confutati dai dati reali pubblicati nel luglio del 2018 nel documento ufficiale dell’Osservatorio salute e ambiente della Regione Liguria.
E’ necessario ricordare che l’osservatorio nato proprio per verificare l’impatto ambientale e sulla salute della centrale di Vado Ligure ha concluso le indagini escludendo in modo chiaro e documentato qualsiasi impatto dell’impianto.
L’Osservatorio ha già esposto in modo netto le proprie conclusioni dopo avere esaminato tutti gli studi, compreso quello del CNR che oggi viene tirato fuori nuovamente a distanza quasi due anni.
I dati di Arpal (l’Agenzia regionale per la protezione dell’ambiente ligure) affermano che la qualità dell’aria intorno alla centrale è sempre stata ottima e nulla è cambiato dopo la chiusura degli impianti a carbone avvenuta ormai cinque anni fa. Anche i dati sanitari ufficiali documentano che la situazione nella area di Vado Ligure è complessivamente migliore rispetto a quella del resto della Liguria.
Arpal ha analizzato l’andamento di tutti gli inquinanti compresi quelli indicati dal controverso studio come responsabile o tracciante del teorizzato danno ambientale e sanitario.
Si conclude che per il biossido di zolfo e i biossidi d’azoto “non si osserva una correlazione evidente tra l’andamento delle emissioni [della centrale] e dei valori di concentrazione rivelati in aria nell’ambiente”. Inoltre “non si osserva una diminuzione di entità significativa nelle concentrazioni dopo lo stop dei gruppi a carbone della centrale termoelettrica (marzo 2014)”.
Per quanto riguarda le polveri sottili PM10 e PM 2,5, il rapporto Arpal scrive che “nell’andamento dei dati non si osservano particolari variazioni nel periodo considerato [prima e dopo la chiusura dei gruppi a carbone]” e per i microinquinanti conclude che “negli andamenti dei metalli non si osservano variazioni significative”.
A fronte di dati sulla qualità dell’aria così chiari e positivi, anche il rapporto sulla salute dell’Ospedale Policlinico San Martino commissionato dall’Osservatorio regionale è coerente e giunge a queste conclusioni: “In generale, il quadro sanitario che si delinea nell’area di Vado Ligure sulla base dei dati dei due flussi informativi sanitari disponibili è piuttosto positivo. Questo non solo perché nel tempo i tassi di decesso e ricovero sono andati via via diminuendo, scendendo o rimanendo al di sotto della media regionale, ma soprattutto perché la mortalità per quelle patologie (p.e., malattie respiratorie e cardio-circolatorie, neoplasie maligne emo-linfo-poietiche) almeno in parte riconducibili a pressioni ambientale e/o a esposizioni occupazionali hanno mostrato nell’area di Vado Ligure nel periodo 2010-2014 una frequenza del tutto analoga a quella della Liguria”.
Questi rapporti conclusivi, basati su effettive misurazioni reali e non su astratte elaborazioni teoriche, documentano in modo chiaro la realtà di una situazione ambientale e sanitaria positiva.
Link ai documenti dell’osservatorio: