Vado Ligure 1 agosto 2018. I dati resi pubblici oggi dall’Osservatorio regionale sull’area di Vado Ligure confermano l’inesistenza di qualsiasi danno ambientale o sanitario.
Le ipotesi di reato rimaste in piedi che riguardano i gruppi a carbone delle centrale sequestrati nel marzo 2014 si basano su opinioni di consulenti del tutto sconfessate dai dati reali ora disponibili, consulenti che, ricordiamo, erano in diversi casi militanti dei comitati contro la centrale che poi si sono costituiti parte civile nel procedimento.
La relazione dell’Osservatorio prende una posizione netta rispetto agli studi contrastanti pubblicati fino ad oggi. I dati di Arpal (l’Agenzia regionale per la protezione dell’ambiente ligure) affermano che la qualità dell’aria intorno alla centrale è sempre stata ottima e nulla è cambiato dopo la chiusura degli impianti a carbone. Anche i dati sanitari reali documentano che la situazione nella area di Vado Ligure è complessivamente migliore rispetto a quella del resto della Liguria.
Il documento di Arpal ha analizzato l’andamento di tutti gli inquinanti compresi quelli indicati da alcuni controversi studi come responsabili o traccianti del teorizzato danno ambientale e sanitario.
Si conclude che per il biossido di zolfo e i biossidi d’azoto “non si osserva una correlazione evidente tra l’andamento delle emissioni [della centrale] e dei valori di concentrazione rivelati in aria nell’ambiente”. Inoltre “non si osserva una diminuzione di entità significativa nelle concentrazioni dopo lo stop dei gruppi a carbone della centrale termoelettrica (marzo 2014)”.
Per quanto riguarda le polveri sottili PM10 e PM 2,5, il rapporto Arpal scrive che “nell’andamento dei dati non si osservano particolari variazioni nel periodo considerato [prima e dopo la chiusura dei gruppi a carbone]” e per i microinquinanti conclude che “negli andamenti dei metalli non si osservano variazioni significative”.
A fronte di dati sulla qualità dell’aria così chiari e positivi, anche il rapporto sulla salute dell’Ospedale Policlinico San Martino è coerente e giunge a queste conclusioni: “In generale, il quadro sanitario che si delinea nell’area di Vado Ligure sulla base dei dati dei due flussi informativi sanitari disponibili è piuttosto positivo. Questo non solo perché nel tempo i tassi di decesso e ricovero sono andati via via diminuendo, scendendo o rimanendo al di sotto della media regionale, ma soprattutto perché la mortalità per quelle patologie (p.e., malattie respiratorie e cardio-circolatorie, neoplasie maligne emo-linfo-poietiche) almeno in parte riconducibili a pressioni ambientale e/o a esposizioni occupazionali hanno mostrato nell’area di Vado Ligure nel periodo 2010-2014 una frequenza del tutto analoga a quella della Liguria”.
Con questi rapporti conclusivi, basati su effettive misurazioni reali e non su astratte elaborazioni teoriche, si afferma una volta per tutte la realtà di una situazione ambientale e sanitaria: una realtà positiva che deve essere la base per ridare serenità a un territorio gravemente colpito da un ingiustificato allarme sanitario e ambientale, in cui va rilanciato il dialogo per uno sviluppo sostenibile e condiviso. La priorità va alle azioni in favore del lavoro che ha sofferto la perdita di circa mille posti tra diretto e indotto a seguito del sequestro dei gruppi a carbone, un sequestro che ora si rivela del tutto ingiustificato.
Link ai documenti dell’osservatorio:
Relazione qualità dell’aria ARPAL