Non è facile raccontare il nostro lavoro quotidiano al mondo fuori, un po’ perché ormai l’energia è considerata dagli utenti finali come qualcosa di scontato, che accende i nostri fornelli, ricarica gli smartphone e illumina le nostre serate, un po’ perché gli impianti di produzione sono percepiti come qualcosa di lontano e automatizzato, che funzionano quasi senza intervento di persone in carne e ossa. Scardinare questa percezione spetta anche a noi, ed è per questo nelle scorse settimane chi lavora nelle centrali potrebbe aver visto aggirarsi negli impianti di Napoli e Civitavecchia due responsabili della comunicazione aziendale, intente a fare domande, osservare, in una parola a capire. Chiara è in azienda da molti anni, mentre Valeria è una nuova arrivata. Dopo un percorso di studi in comunicazione ed esperienze lavorative in ambiti completamente diversi, è approdata in stage nel team di Affari regolatori istituzionali e comunicazione. Un inizio a distanza, causa pandemia, che si è finalmente trasformato in una discesa in campo con le visite alle centrali con l’obiettivo di raccogliere materiale per raccontare sempre meglio il nostro lavoro. Ecco il resoconto in prima persona del suo piccolo Tirreno Power Tour.

 

UN NUOVO LAVORO IN PANDEMIA
Iniziare un nuovo lavoro nel bel mezzo di una pandemia, in modalità smart working, porta sicuramente con sé alcune sfide importanti. Una è stata, senza dubbio, quella di conoscere i nuovi colleghi a distanza o approfittando delle poche occasioni di presenza. Un’altra quella di allineare il proprio pensiero a quello del team, sintonizzare le proprie idee ad un sistema già formato e un po’ estraneo ma, contemporaneamente, riuscire a portare qualcosa di nuovo. Sempre a distanza.
Lavorando nella comunicazione da qualche anno posso dire con una certa confidenza che tutto si può comunicare, bisogna solo capire, interessarsi, e agire. Quello che però fa davvero la differenza nella comunicazione, in particolar modo quella aziendale, sono le persone.
Comunicare un’azienda, avendo la sensazione di conoscerne l’1% è come avere una Ferrari ed utilizzarla solo nelle strade di paese con il limite a 30. Uno spreco di potenziale, insomma.
Quindi appena ho avuto la possibilità di mettermi su un treno, passati quasi 16 mesi dall’ultimo viaggio, e varcare la soglia delle centrali di Torrevaldaliga Sud e di Napoli Levante l’ho colta al volo.
Dopo settimane di preparazione a tavolino, dedicate ad organizzare le riprese per la comunicazione 2021/2022 e a mettere in fila le idee su cui costruire le nuove interviste ai colleghi, tutto è sembrato risolversi in un lampo, in un turbine di incontri e momenti da cogliere al volo, ora o mai più!

 

APPUNTAMENTO A TORREVALDALIGA SUD
Prima tappa a Civitavecchia, con le riprese sul mare, le inconfondibili ciminiere sullo sfondo che ti fanno capire che l’impianto è a un passo e che lo smart working è momentaneamente un ricordo. Il badge fresco di stampa che non ti fa entrare alla prima, un po’ a chiedere: e tu che ci fai qui?
Piano piano riconosci alcune persone che hai visto solo in foto, sul Rapporto di Sostenibilità, o in una videochiamata estemporanea su Teams e ti rendi conto di come sia più facile ora ricordare nomi, facce e ruoli.
Gli sguardi curiosi ci sono, un po’ alla “Tu chi sei?” ma ci sono i caffè alla macchinetta, i sorrisi sotto la mascherina e i ragazzi che hanno appena terminato lo stage e che vanno in giro in gruppo, come un team che lavora insieme da dieci anni e inizi anche tu a ricordare quella sensazione.
Qualcuno si avvicina, fa domande tipo “Che fate qui?” e sbircia dalle finestre mentre luci e treppiedi vengono posizionati e vorresti intervistare un po’ tutti, per pura curiosità. Domande come: “Tu cosa fai, esattamente?” e “Come sei arrivat* in azienda?”. Domande che forse qualcuno vorrebbe fare anche a te.
Da dietro le quinte ascolti le loro storie e cerchi di interiorizzarle. Ilaria che spiega il Capacity Market un paio di volte, perché vuole che sia chiaro, e parla del suo viaggio in Australia. Rosanna che passa dal raccontare il lavoro dietro le misure anti-Covid alla nascita di suo figlio e infine Mirko che, in una stanza rumorosa e protetto da una mascherina impegnativa, cerca di spiegarti il ciclo combinato con parole semplici ma efficaci. Ma tu l’hai studiato su Wikipedia, e cerchi di fare qualche intervento intelligente. “Fake it until you make it”, dicono gli americani.
Cominci a immaginare come dovesse essere tutto diverso prima del Covid, con i colleghi che si incontrano nei corridoi o in sala manovra, e che, probabilmente, sei riuscita a risalire al 10%, forse al 15% di conoscenza dell’azienda e c’è ancora del lavoro da fare.
Tutto è visto attraverso gli occhi della fotocamera. L’estetica industrial ha un fascino particolare, è bello godersi gli scatti della giornata sulla via del ritorno.

 

NAPOLI LEVANTE
Poi arriva Napoli. Una città che ancora non conosci, ma che ti chiede ben presto di adattarti, che qui non abbiamo mica tempo da perdere!
La centrale fa parte della città, in un modo completamente diverso da Torrevaldaliga. Percorri una lunga strada, con il sole che brucia sulla testa e il mare proprio lì che qualche pensiero d’estate te lo fa venire.
Facciamo correre Antonio, che sarebbe in smart working, ma che arriva in un lampo ad accoglierci e prende subito nelle sue mani il ruolo da guida, insegnante e punto di riferimento per organizzare le riprese.
Non può mancare un bel ripasso sul funzionamento di un impianto a ciclo combinato che, parola di Antonio, “è un po’ diverso da quello di Torre!”. Ogni centrale ha le sue peculiarità, ma tu cerchi di orientarti e trovare nuovi punti di riferimento.
Siamo arrivati a un solido 20%, mi muovo con più agilità tra i lunghi corridoi e non ti sembra più di perderti come fai nei parcheggi dei centri commerciali. Il PC sempre a portata di mano, come il portafoglio o un mazzo di chiavi, perché c’è sempre qualcosa da fare, mentre ti guardi intorno e vedi persone impegnate nelle loro attività, che corrono da una parte all’altra: una vista a cui non sei abituata. A un certo punto, ti trovi sulle scale, Edward, il nostro regista, sta intervistando Carmine, in un momento di relativa calma di una tipica, intensa giornata in centrale. Dopotutto, mentre noi facciamo le riprese, l’impianto deve andare avanti! Ora si parla dei video sulla sicurezza sul lavoro, di Anselmo la nostra nuova mascotte che è già quasi un vecchio amico. Adriano ci porta in giro per Napoli, come se fosse una naturale estensione della centrale. Ci parla della sua passione per il Napoli e per Maradona, e poco dopo della centrale, dei suoi anni di lavoro in azienda e del futuro.
È arrivato il momento di ripartire alla volta di Roma, ma andare via un po’ dispiace: il cielo è terso e i gabbiani difendono il loro territorio dall’ultimo volo del drone, che coglie la luce migliore della giornata. Mi sento ad un forte 45%.

 

ROMA, CASA
Il ritorno a casa è tosto, il tour de force non è ancora finito, il giorno dopo ci troviamo a Roma, in sede. Qui sono io l’ospite di casa. È divertente e sfidante, contando che è la tua quarta volta in ufficio e comincio solo ora a orientarmi.
È il turno di due giovani colleghi, Paola e Marco, quasi una canzone di Lucio Dalla, ci aiutano a realizzare un altro capitolo delle nostre storie. Parliamo di Energy management, bello da dire e da sentire.
È interessante ascoltare il punto di vista di persone giovani, che hanno “da poco” messo piede in azienda e portano le loro idee su quello che sarà il futuro dell’energia.
È evidente, quello che ho incontrato in questi giorni è un mondo di tecnici esperti del settore, ognuno ha il proprio modo di vedere e raccontare le cose, se ti metti ad ascoltare quasi ti dimentichi che sei tu a dover far loro le domande. Dopo aver ascoltato tante storie però mi sento arrivata ad un importante 60%. Forse sono solo un po’ generosa.
Sul treno di ritorno a casa, riguardo le foto di backstage della settimana, rientro così nei miei panni di reporter: “Questa va bene, questa no. Questa per un post, queste per La nostra energia”.
Ecco una selezione delle immagini di backstage, in attesa di vedere realizzati i nostri video. Nel frattempo io continuo a sfruttare ogni occasione per approfondire le mie conoscenze della società, per coprire il restante 40%.
Ecco il resoconto in prima persona del suo piccolo Tirreno Power Tour.